I tesori nascosti di Venzone

Storia di

una ricostruzione esemplare

fatta dai volontari di Venzone



Realizzato da Agata Boschetti per il progetto

“IL PATRIMONIO CULTURALE MATERIALE E IMMATERIALE DEL FVG
IN IMMAGINI, SUONI E PAROLE ON&OFFLINE”

Questo lavoro nasce dalla mia partecipazione al Servizio Civile Nazionale dell’UNPLI svolto presso la Pro Loco di Venzone nel periodo 2019-2020.

Mi ha permesso di conoscere e approfondire la storia di Venzone e ho notato che sono presenti molte informazioni che valorizzano il Centro Storico e la sua rinascita, ma non altrettante sul territorio e, più specificatamente, sulle Chiese minori e la loro rispettiva ricostruzione.

Esse possono definirsi un ulteriore gioiello poiché riedificate esclusivamente da volontari.

Due delle persone che hanno dato inizio e contribuito all’idea di ricostruirle e più tardi alla ricostruzione vera e propria sono: il parroco Don Roberto Bertossi, che ha contribuito ad avvicinare la comunità, e il geometra Roberto Forgiarini cameraro della Chiesa di Sant’Antonio, progettista e direttore lavori delle chiese di Sant’Antonio abate e Santa Caterina.


Appena fuori dalla cittadella fortificata di Venzone è possibile godersi il panorama passeggiando attraverso l’antico sentiero celtico che collega le quattrocentesche Chiese votive che contornano il paese in un ambiente unico e ameno.

Le Chiesette votive rappresentano luoghi di culto defilati e intimi che sono stati da sempre importanti per la popolazione del luogo che li ha ricostruiti dopo il sisma.

Alcune chiese possono essere raggiunte molto facilmente, come la Chiesa dei Santi Giacomo e Anna e la Chiesa di Santa Lucia, altre invece con più fatica a causa della loro posizione, come la Chiesa di Santa Caterina e la Chiesa di Sant’Antonio.

Anche la Chiesa di Santa Lucia oltre alle Chiese di Sant’Antonio e di Santa Caterina, oltre ad essere importanti per la comunità, rappresentano in maniera effettiva che cos’è il volontariato.

La rinascita di queste chiese minori, infatti, è stata possibile grazie all’impegno dei diversi volontari che contribuirono alla ricostruzione fornendo ognuno ciò che gli fu possibile: professionalità, tempo, materiali vari, strumenti di lavoro, vettovaglie, contributi monetari e, soprattutto, spirito di partecipazione.

Avviata la ricostruzione della cittadella medievale e dei suoi monumenti, gli abitanti sentirono il bisogno di ricostruire le chiese minori, non oggetto di ricostruzione pianificata. I numerosi volontari si unirono in gruppo e procedettero alla materiale ricostruzione di questi edifici di culto.

Chiesa di Sant’Antonio abate

Chiesa di Sant’Antonio abate

La prima chiesa ad essere stata ricostruita con questo spirito é stata la chiesa di Sant’Antonio abate, la più lontana e la più difficile da raggiungere, sorge a 852 metri s.l.m. su uno sperone del Monte Plauris lungo la Val Venzonassa, accessibile esclusivamente a piedi attraverso due sentieri. 

Su uno sperone del monte Plauris troviamo la chiesa di Sant’Antonio abate, chiesa di origini trecentesche, a cui era annesso un romitorio documentato sin dal 1358.

Nel presbiterio è situato un importante ciclo di affreschi raffigurante la teoria degli Apostoli nelle pareti laterali, S. Antonio da Padova nella lunetta di fondo e quattro storie della vita di S. Antonio abate e S. Pietro eremita nel soffitto a volta a botte. Gli affreschi vengono attribuiti a Gaspare Negro e datati 1530 circa.

Da questa chiesa si può godere di una bellissima vista panoramica dell’intera valle e può rappresentare una tappa intermedia di un’escursione ancora più ampia che permette di raggiungere la vetta del Monte Plauris o le malghe e casere di Ungarina e Confin.

Tutto iniziò nel 1984 quando, durante la messa del 1° maggio (data in cui per antica tradizione i venzonesi si recano presso la chiesetta in pellegrinaggio per un antico ex-voto) il parroco durante l’omelia propose ai fedeli di procedere allo sgombero delle macerie per poter celebrare negli anni successivi la Santa Messa sull’altare originale superstite.

Nel mese di giugno viene elaborato il progetto esecutivo recependo le indicazioni metodologiche della relazione sul progetto culturale del Duomo, e dell´esperienza maturata nel cantiere della ricostruzione della chiesa dei Santi Giacomo e Anna.

Tutto ciò diede l’avvio ad una catena d’interventi: sgombero delle macerie, selezionamento del materiale di crollo per recuperare elementi costitutivi dell’antico edificio, recupero della documentazione esistente presso gli archivi del Comune e della Pieve, progetto di ricostruzione e realizzazione di una teleferica per lo spostamento dei materiali.

L´opera si inaugura il 1° maggio 1985.


Chiesa di Santa Caterina

Nel 1985, appena terminata la ricostruzione in modo filologico nelle sue forme originali della chiesa di Sant’Antonio abate, i volontari decisero di continuare questa esperienza con la ricostruzione della chiesa di Santa Caterina.

Chiesa di Santa Caterina

La chiesa di Santa Caterina è di origine quattrocentesca ed è situata su un terrazzo alle falde del monte Bedede, dinanzi all’antico sentiero celtico che proviene da Gemona del Friuli attraverso la sella di Sant’Agnese e prosegue verso la Carnia.

Il sacrato che la circonda era stato nel tempo adibito a cimitero degli appestati nell’epidemia del 1855, dove furono sepolti 55 morti di colera, tra cui il sacerdote Felice Tavoschi.

Nella parete di destra si trova una monofora con vetrata policroma raffigurante la Creazione, l’Incarnazione e la Salvezza opera del venzonese Davide Clonfero; sempre del venzonese Clonfero troviamo due gonfaloni con dipinti raffiguranti Santa Caterina d’Alessandria e Sant’Antonio abate.

Alla chiesa di Santa Lucia appartiente anche la pregevole statua cinquecentesca della Santa opera di Antonio d’Incarojo.

È immersa nel verde ed è posta ai limiti di un pianoro dal bordo del quale si può godere di una vista panoramica sulla cittadella medievale, si può raggiungere in auto in pochi minuti o a piedi da più sentieri che partono dal paese o dai borghi adiacenti.

Nel pomeriggio del giorno di Pasqua, i venzonesi si ritrovano per la tradizionale scampagnata di Pasqua, tradizione secolare quasi unica in regione, che vede la popolazione recarsi al piano di Santa Caterina per un pomeriggio di giochi, musica e divertimento.

Come per la chiesa di Sant’Antonio abate i volontari, entusiasti del lavoro svolto precedentemente, nell’aprile 1986 iniziano i lavori.

Anche il questo caso il materiale si è conservato nella posizione di crollo e fa sì che numerosi elementi vengano recuperati. La ricostruzione della chiesa di Santa Caterina si sviluppa con gli stessi criteri utilizzati precedentemente con la chiesta di Sant’Antonio abate.

L´opera si inaugura il 25 aprile 1987.


Video di Agata Boschetti

Chiesa di Santa Lucia

Chiesa di Santa Lucia

L’ultima chiesa ad essere stata ricostruita, tra il 1988 e il 1990, con le stesse modalità delle altre due é stata la Chiesa di Santa Lucia, di origine trecentesca, situata a circa un chilometro a Nord di Venzone, all’inizio dell’abitato di Portis.

Particolare il soffitto a volta a crociera stellare ricostruito in mattoni; nelle vele sono raffigurati i quattro padri della Chiesa Latina Ambrogio, Girolamo, Agostino e Gregorio Magno nonché i simboli dei quatro Evangelisti, opera dei venzonesi Antonio e Livio Pascolo.

Dei precedenti affreschi della scuola pittorica tolmezzina del Quattrocento si conserva solo un frammento raffigurante il volto di Cristo, ricollocato al suo posto originale, al centro della volta.

Alla Chiesa di Santa Lucia appartiente anche la pregevole statua cinquecentesca della Santa opera di Domenico da Tolmezzo.

L´intervento di ricostruzione della chiesa di Santa Lucia è stato molto più impegnativo dal punto di vista costruttivo date le maggiori dimensioni della struttura, seppur questo non ha rappresentato un problema per il suo completamento, come avvenuto gli anni prima per le altre due chiesette votive.

Tradizionalmente la chiesa di Santa Lucia è meta di devozione nella giornata del 13 dicembre. A seguito di un Ex-voto seicentesco tra la comunità della Val Resia e la comunità venzonese, gli abitanti della Val Resia raggiungevano a piedi la chiesa e poi il Centro Storico. Si tratta di una sagra di origine medievale che concedeva ai venzonesi ben 3 giorni di mercato, dove si svolgeva un grande mercato tradizionale.

L´opera si inaugura il 1° settembre 1990.